Sono tanti i giardinieri chiusi metaforicamente (ma non solo) nel loro orto a accudire indistintamente pomodori, insalata e fiori senza guardare in faccia nessuno. Eppure là fuori, oltre siepi, muretti ma anche confini “mentali” la natura aspetta solo di essere scoperta e “copiata”.
In questo post vi raccontiamo perché in giardino conviene non essere conservatori.

Coltivare il proprio orticello

Non so da dove tragga origine questa metafora di uno stile di vita e di pensiero, ma non ci sarebbe da stupirsi se arrivasse proprio dall’atteggiamento di molti giardinieri. Certo, la siepe che li divide dal vicino serve a stabilire un confine: impensabile abbatterla, ma varrebbe la pena di sporgersi non solo per sbirciare i successi e i fallimenti altrui, ma anche per scambiarsi consigli e impressioni. Avete mai notato quanto sono lacunose le informazioni date da questi giardinieri? I loro pomodori sono più saporiti perché usano tanto concime: morisse che dicessero quanto e come e quando… 

E’ un po’ quello che succede con i bravi cuochi: mai una dose esatta, mai un trucco rivelato. E, con loro, guai a ipotizzare qualcosa di diverso dalla tradizione consolidata, meno che mai sperimentare.

Il giardiniere è conservatore?

Non lo so, ma sarebbe meglio, per lui e per il giardino, che non lo fosse. E la primavera è la stagione migliore per cominciare a farlo. E’ il momento in cui uomo e natura hanno più energia “creativa”, i giardini di solito sono all’apice della loro bellezza e ad ogni angolo ci sono mostre di piante.

Invece di starsene chiusi a vangare, zappettare e togliere erbacce ( tanto crescono comunque…), almeno per una volta, varrebbe la pena di andare in giro e guardarsi intorno. Per scoprire qualcosa di diverso, anche se magari nuovo non è.

Anzi, cercare di mettere in pratica quello che si è visto da qualche parte, è un buon modo per trasformare il proprio orticello in un vero giardino. Forse solo a scuola copiare è una colpa. In giardino, certamente no. Anche perché, nella copia, ciascuno ci mette del suo. E, se non lo fa, è la natura che si incarica di farlo.

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