Il giardinaggio – come tante altre cose, del resto – è fatto di luoghi comuni. Non è detto che l’essere tali li qualifichi negativamente. Anzi: il “così fan tutti” che diventa regola di comportamento è, in giardino più che altrove, spesso frutto di senso pratico, di osservazione della realtà. E di buon senso.

I luoghi comuni del giardinaggio

La potatura rinforza, non bagnare quando picchia il sole, non trapiantare quando la pianta è in fiore etc. etc: tutto vero. Ma non sarebbe male, per chi si occupa del proprio giardino, non fermarsi lì.

Dare per scontata la regola non aggiunge nulla alla nostra abilità di giardiniere

Chiedersi il perché, invece, di solito la migliora. Come mai? Questa è la domanda da fare a chi ne sa più di noi, cui cercare risposta sui sacri testi. Per esempio esempio. Perché la pianta XY va molto potata? E non teme il gelo perché il suo habitat è l’alta montagna o semplicemente il sottobosco? Nell’un caso o nell’altro, avrà diverse esigenze d’acqua, probabilmente. Oppure: se è rifiorente, lo è anche in natura o solo per intervento umano?

Attenzione all’origine delle piante

Una buona chiave per darsi delle risposte è risalire alle origini delle piante, che ne fanno intuire storia, adattabilità ed esigenze.

Quando si pensa ad una pianta,normalmente l’unico contesto in cui la si colloca è il giardino o il vivaio, in vaso. Difficile che ci si chieda da dove arriva. Probabilmente le sue origini più vicine sono le serre di un olandese che ne produce migliaia e migliaia dello stesso genere. Ma le più remote? E’un ibrido, ma tra quali specie o quali generi? E in natura vive nelle foreste amazzoniche o alle pendici delle montagne europee o sull’Himalaya? Perché, nel caso, le cose cambiano. E, una volta arrivata nel vostro giardino, cambiano anche i modi di trattarla.

Non è solo amor di scienza o curiosità per la storia botanica. Anche, ma non solo.

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