“Potare, potare, potare”. A fine inverno sono tutti pronti con le cesoie in mano. Ma potare non è un obbligo, quindi non sentitevi giardinieri di “serie B” se prima di sfrondare vi fermate a riflettere. 

A febbraio – per i più liberal anche a marzo – si pota. Questo è il comandamento del giardiniere.

Può andare benissimo per gli ultra-esperti che al primo sguardo sanno esattamente come e dove tagliare e forse anche perché. Ma se c’è un campo in cui il criterio di esperto è aleatorio e certificato soprattutto dalla pratica e da una conoscenza approfondita delle piante e dei loro modelli di crescita, quello è il giardinaggio.

I giardinieri del weekend (sia detto senza nessuna ironia: se no che hobby – o passione che a volte sconfina con l’ossessione – sarebbe il giardinaggio?) sono tali appunto perché non lavorano in un vivaio, non hanno un’ impresa di giardinaggio né si occupano della tal pianta in modo specifico. Il loro sapere e il loro agire è tutto il giardino e tutto quello che in giardino, a cavallo tra febbraio e marzo, comincia a muoversi.

Quindi, per ritornare alla fatidica legge della potatura a febbraio: non fatevi troppo intimidire da chi, armato di cesoia maglione e cappello, vi guarda con diffidenza perché invece di potare, siete lì che spiate i primi cenni di un risveglio primaverile ancora incerto.

Prima di prendere le forbici per spirito di emulazione, riflettete. Siete sicuri di capire se e dove tagliare una pianta che è ancora un insieme indefinibile di rami apparentemente secchi? Il timore di nuove gelate dovrebbe indurvi alla prudenza, ma soprattutto dovreste aver chiaro il senso dell’azione in sé e per sé.

Potare non è un dovere assoluto: lo si fa per contenere, se è necessario – e solo un pochino –  la crescita di una pianta lasciandone intatta la forma e la possibilità di fiorire. Lo si fa per far circolare aria luce e acqua al suo interno. Lo si fa per ringiovanire.

Tutte operazioni che potrete affrontare con sicurezza, soprattutto con arbusti e cespugli (rose incluse!) aspettando tempi migliori: ovvero, dopo la fioritura.

In aprile potete potare le piante che fioriscono a fine inverno, ad esempio le forsizie. Oppure quelle che fioriscono sui rami dell’anno, cioè quelli che si formano con la ripresa vegetativa. Sono la budlleja davidii, il caryopteris, le spiree a fioritura estiva, la bignonia, l’ortensia, sia arborescens che panicolata. E, per facilitarvi la vita, tra marzo e aprile, quando distinguete con chiarezza le gemme a fiore (turgide e tondeggianti) potete tagliare anche i rami secchi o deboli o intorcinati di glicine o ortensia (macrophylla).

Per ora per le piante, come per noi, l’inverno non è ancora finito.

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