Giardinaggio a parole.
Cose da fare e gesti da imparare prima di passare ai fatti.
Perché è importante annaffiare?
Il fine dell’innaffiamento è riparare a una mancanza di acqua provvisoria o permanente. In questa stagione bagnare è l’attività più importante, soprattutto per le piante in vaso. E non è così scontato farlo nel modo giusto: né troppo né poco.
Quanto bisogna bagnare le piante?
Non c’è una risposta univoca a questa domanda, perché il giusto grado di umidità dipende da tanti e diversi fattori, tra cui:
- Esposizione a sole e vento
- Caratteristiche del terreno
- Caratteristiche della pianta
Come capire se una pianta ha bisogno di acqua?
In generale, è un buon metodo infilare un dito nella terra (non basta toccarla in superficie) e valutare se è abbastanza fresca (che non significa umida!) o no.
Se manca acqua lo scambio fra linfa grezza (costituita da acqua e sali minerali presenti nel terreno) e linfa elaborata (quella sintetizzata attraverso le foglie grazie alla fotosintesi) si interrompe e ne fa le spese il complesso sistema di trasmissione tra radici e parte aerea. La traduzione del tutto sono foglie e fiori precocemente appassiti, steli secchi, pianta in deperimento rapido e, a volte, inesorabile.
Come e quanto bagnare?
La regola dice che il fabbisogno d’acqua in estate dipende dall’evaporazione ed è circa 15 lt al mq nel terreno sabbioso e 25 lt al mq in quello argilloso.
In concreto questo significa:
- Bagnare la pianta alla base soffermandosi il tempo necessario perché l’acqua penetri bene e in profondità. Non irrigate a pioggia, le foglie si bagnano ma il terreno no quindi non è garantita sufficiente acqua alla pianta. Inoltre il rischio è che si crei l’effetto-lente e la foglia si sbruciacchi in corrispondenza della goccia d’acqua e che l’umidità favorisca le malattie fungine
- Il getto deve essere leggero in modo da non danneggiare le radici superficiali e da non scavare buchi nella terra
- Bagnare tanto ma bagnare meno è una chiave per bagnare bene (eccezion fatta per l’irrigazione automatica di cui parleremo un’altra volta). Ovvero: tanta acqua ma con meno frequenza in modo che ci sia un avvicendarsi di umido – asciutto il più regolare possibile. Bisogna intendersi sui termini: asciutto non vuol dire arido né secco o polveroso; bagnato non vuol dire fradicio né fangoso o paludoso.