Giardinaggio a parole.
Cose da fare e gesti da imparare prima di passare ai fatti.
Diversificare i generi e le specie vegetali è una risposta di buon senso al fatto che, in linea di massima, ogni pianta ha i suoi insetti, le sue malattie e i suoi predatori, quindi maggiore è la varietà delle piante, più grande è l’equilibrio naturale e minori sono le malattie.
“Il giardino del parroco è sempre più sano.” Forse è benedetto da un’entità superiore, ma è più probabile che in quell’adorabile caos di ortaggi, peonie, rose, annuali e arbusti si faccia strada una benefica biodiversità casalinga.
Parola d’ordine: diversificare
Diversificare i generi e le specie vegetali è una risposta di buon senso al fatto che, in linea di massima, ogni pianta ha i suoi insetti, le sue malattie e i suoi predatori, quindi maggiore è la varietà delle piante, più grande è l’equilibrio naturale e minori sono le malattie. Per esempio, le cocciniglie di solito sono indifferenti alle rose e gli afidi alle ortensie.
E l’oziorrinco predilige le piante a foglia coriacea e sempreverde. Se in una zona ombrosa ci sono solo Hosta sarà molto probabile che alla prima lumaca ne seguano tantissime altre: in pochi giorni, niente più Hosta. Questo accade perché, semplificando, gli insetti tendono a riprodursi in relazione al cibo che hanno a disposizione.
Quanto concimare e quanto potare?
E sempre in tema di prevenzione salutistica: è bene non abusare in concimi né eccedere in potature. La funzione della concimazione è quella di nutrire la pianta, non di iper-nutrirla: quasi sempre una pianta ipertrofica ha un futuro di pianta malata. Una linfa particolarmente “ricca” diventa infatti un polo d’attrazione per insetti e gli acari che di linfa si nutrono e stimola la loro riproduzione indiscriminata. Qualcuno ha mai visto l’impressionante spettacolo di un campo di patate invaso da quel bellissimo e vorace coleottero che risponde al nome di dorifera? Non ci vuole un entomologo per capire che la monocoltura ha qualche difettuccio…
Ph. Marianna Merisi