Autunno: è tempo di migrare. Questo è l’invito pressante del giardiniere appassionato a tutti quegli insetti, bruchi, coleotteri etc etc che durante l’estate hanno fatto banchetti in giardino (o sul balcone).

La prevenzione – bio da fare in autunno e alla fine dell’inverno

Una buona prevenzione, per tutte le piante che normalmente si ammalano (vedi rose ed affini) è l’olio bianco. In autunno, a foglie cadute (avendo eliminato quelle malate), in modo da poter raggiungere tutte le parti della pianta, usare l’olio bianco. Naturalmente, lo stesso trattamento vale anche per le sempreverdi. L’olio bianco è un olio minerale derivato dal petrolio, efficace contro la cocciniglia, ma pure per eliminare larve, spore e uova. Circa una settimana dopo aver dato l’olio bianco, fare un trattamento con la poltiglia bordolese. A base di rame, ha una funzione specifica anti fungina e antibatterica.

Zolfo e rame

Si fa spesso una gran confusione sull’utilizzo di zolfo e rame in giardino. Ambedue sono ‘bio accettabili’ e ambedue utili per le malattie fungine e crittogamiche, se usati in modo adeguato.

Lo zolfo è specifico contro l’oidio e agisce solo a temperature inferiori a 25/30°: si usa quindi in primavera.

Il verderame – prodotto classico e vecchio come il mondo – è un composto di solfato di rame (cioè zolfo+ rame) che, con l’aggiunta di calce, si usa in inverno e a inizio primavera in funzione preventiva contro le malattie crittogamiche, la cosiddetta “poltiglia bordolese”.

Invece, la polvere Caffaro non contiene calce.  In estate, si usano degli ossidi di rame – sempre in funzione anticrittogamica – con una diluizione opportuna (cioè seguendo le istruzioni della confezione): infatti, l’assorbimento del rame da parte delle foglie aumenta con il calore e, in eccesso, può essere dannoso.

Per chi senza chimica non ce la fa: precauzioni nell’usi degli insetticidi in genere

Al di là dei problemi – etici, politici ed ambientali – legati all’inquinamento di acqua, aria e terra e alla dannosità per l’uomo, la questione “prodotti chimici” va affrontata con molte precauzioni. Ecco alcune norme- base:

Insetticidi da diluire in acqua: come si usano

I prodotti utilizzati di solito nella lotta chimica contro le malattie delle piante sono da diluire in acqua. Si preparano di volta in volta, nella dose specificata sull’etichetta, in modo da non inquinare ulteriormente l’ambiente quando si deve buttar via il prodotto in eccesso. Seguire sempre le istruzioni d’uso: mai con il vento, sempre con una mascherina per evitare l’inalazione.

Insetticidi e prodotti che agiscono per contatto e insetticidi sistemici

Se sono prodotti che agiscono per contatto (spruzzandoli sulle foglie) e dopo qualche ora piove, è tutto da rifare. Se invece sono sistemici, basta interrarne la dose prescritta e la linfa trasporterà i loro principi attivi (e venefici) a tutte le parti della pianta. E’ bene sapere che con l’utilizzo continuativo di un insetticida spesso la vittima (l’insetto) sviluppa una resistenza al principio attivo e diventa immune. Inizia così un’escalation con veleni sempre più potenti: ne vale la pena?

In linea di massima – a meno che sull’etichetta non sia specificato altrimenti – gli insetticidi uccidono l’insetto nocivo ma anche l’intera categoria. Quindi, anche i suoi nemici naturali.

Esistono in commercio insetticidi definiti non nocivi per gli insetti benefici per il giardino. Leggere con cura l’etichetta: di solito sono tali solo per quegli insetti (gli impollinatori, in particolare) per cui è stata testata la non nocività. Il che significa, in concreto, che sono (forse) innocui per le api, ad esempio, ma non per le coccinelle, tipico predatore benedetto in giardino.

Anche i prodotti da esterno contro lo zanzare, ad esempio, non si limitano solo a quelle ma, nella distruzione a tappeto, coinvolgono anche afidi, ragnetti rossi e non, etc etc.

Ultima informazione: per gli insetti del terreno (dalle lumache all’oziorrinco al grillo talpa) si utilizzano prodotti molto efficaci, ma molto inquinanti e molto nocivi anche in piccolissime dosi (per l’uomo e per gli animali). Forse non è una buona idea farne uso, che ne dite?

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