Quando un giardino diventa risorsa: la storia del giardino del Sert, una piccola giungla di piante insolite nel centro di Milano.
Centro di Milano, via Conca del Naviglio, ex Ospedale Ranzoni. All’interno ci sono un consultorio famigliare, un Sert e un Cps. Consultorio tutti sanno cosa vuol dire, Sert e Cps sono acronimi dei servizi per le tossicodipendenze e il disagio psichico.
Lì all’ingresso, negli anni ’90, è nato un giardino che impietosamente veniva chiamato “il giardino dei tossici”. Era la fine di un’epoca in cui l’eroina aveva impazzato e non erano pochi i tossici che arrivavano al Sert alla mattina presto per il metadone, dopo una notte passata in Stazione Centrale.
Quel luogo, all’inizio disseminato di boccettine di metadone e di bottiglie di birra, era diventato un minuscolo (200 mq) giardino collettivo che dava sulla strada, coltivato da alcuni giardinieri. Infatti, a quel punto, il fatto che fossero anche tossici diventava un dettaglio. E il giardino una risorsa nelle loro giornate altrimenti spese tra metadone, Stazione Centrale e la ricerca di qualche improbabile lavoro.
Il giardino dei tossici nel giro di un anno si è trasformato in una piccola giungla di piante insolite, per lo più prodotte da talea e da seme. Iris japonica, una Rosa ‘New Dawn’ che si abbarbicava sulla ringhiera della scalinata d’ingresso, un po’ di ortensie, delle Kerria japonica a fiore semplice. E tantissime Nicotiana sylvestris che, identificate incautamente come piante del tabacco (ovvero la Nicotiana tabacum) e elaborata la differenza sostanziale con la foglia della Cannabis sativa, sono state subito usate per rollarsi una sigaretta. Nessuna soddisfazione. Pazienza: la perfezione non è di questo mondo…
A differenza di quello che succede in molti, meravigliosi giardini in cui la natura la fa da padrona, questo di Conca del Naviglio, per quanto completamente informale era perfettamente a posto, le piante disposte in fila e gli arbusti in gruppi omogenei. Un ordine quasi maniacale da parte di apprendisti giardinieri che a tutti – famigliole che si recavano al consultori e abitanti della zona che si fermavano a guardare – volevano mostrare un bel giardino, testimonianza del valore di chi lo coltivava, a prescindere dalle traversìe della propria esistenza.
Praticamente la prova provata della tesi dell’etnologa Florence Weber, autrice di un libro-cult del giardinaggio d’inserimento sociale in Francia, L’honneur des jardiners. Quei giardinieri che, incontrati di notte, avrebbero suscitato la reazione di spostarsi sull’altro marciapiede di giorno, nel giardino, diventavano interlocutori affidabili che parlavano con competenza di piante abbastanza insolite e distribuivano semi di Nicotiana sylvestris o pezzetti di rizoma di Iris japonica.
Ma le cose buone spesso finiscono: in giardino sono entrate le ruspe (ma ne sono anche uscite, senza aver costruito niente). Da allora è abbandonato a sé stesso ma ogni primavera crescono, fioriscono e si disseminano le Nicotiana sylvestris.
Ogni anno più belle.
* Miracoli del web. Dopo aver raccontato su Facebook la storia del giardino dei tossici di Via Conca del Naviglio, abbiamo saputo che alcuni utenti del Centro Diurno Psichiatrico “La Conca” si occupano ancora del giardino. A loro, i nostri migliori auguri giardinieri!