Sì, ha l’odore dell’aglio. In padella passi, ma in giardino/ in vaso per carità non se ne parla. Questione di lana caprina, per Allium tuberosum, che sa di aglio solo se uno affonda il naso nel fiore, cosa per lo più inconsueta dato che la pianta non arriva a 40 cm da terra.
Come tutti gli Allium è un bulbo. Lo si pianta in autunno (interrato di circa una volta e mezza la sua grandezza) e si aspetta fiduciosi. Se in estate nessuno scambia le foglie per erba da estirpare (e il fatto che sappiano di aglio dovrebbe essere un buon segnale per quei giardinieri scriteriati) a settembre sbocceranno mazzetti di minuscoli fiori bianchi. Botanicamente parlando, infiorescenze.
Tante, tantissime perché Allium tuberosum è una forza della natura. E colonizza il terreno (e più modestamente anche il vaso) replicandosi anno dopo anno. Non solo i bulbilli, ma anche i semi sono vigorosi e vitali: volendo, si possono raccogliere e seminare in tutta sicurezza, quanto alla germinabilità.
Se vi prendesse una deriva da giardino tutto bianco alla Sissinghurst, il giardino di Vita Sackville West (per alcuni anni, quando viaggiare è diventato una questione di status e non di curiosità empatica con il mondo al di fuori dei propri confini) questi sono i suggerimenti di Cascina Bollate per la tarda estate/inizio autunno: Boltonia asteroides, Aster divaricatus e, beninteso, Allium tuberosum.