Rose rosse per mogli, fidanzate o amiche che vengono ai colloqui: questo è quello che chiedono i detenuti quando decidono di regalare un fiore alle loro compagne. E che abbiano fiori più grandi e profumati possibile. In questo – e non solo – non sono affatto diversi da un uomo qualunque.
Non si capisce se sia una questione di colore – il rosso nella simbologia tradizionale è sinonimo di amore – oppure di marketing, ma tant’è. Quando scelgono una rosa gli uomini, liberi o detenuti che siano, spesso vanno, più che sul sicuro, sullo scontato e delegano la scelta al fiorista che di solito ha un occhio di riguardo all’investimento economico più che a quello affettivo. Così è nata, a metà del secolo scorso, la moda della rosa Baccarat, un ibrido di rosa tea creato da un celeberrimo produttore e ibridatore, il signor Meilland, che sulle rose da taglio e rifiorenti ha costruito un impero.
Non solo rossa
Rossa, con fiore compatto e marmoreo e gambo lunghissimo, che pare impreziosisca la rosa (e non si capisce perchè, giacché di solito viene brutalmente tagliato per farlo stare nel vaso) la rosa Baccarat è entrata a far parte dell’immaginario collettivo. Nella fase del corteggiamento o della richiesta di perdono (al motto: blanditela con i fiori e, se non bastano, abbozzate una spiegazione), il mazzo di fiori è obbligatorio.
E se non è di rose rosse, che mazzo è?
Dalla Cina con ardore
C’è voluto del bello e del buono per convincere gli ospiti del carcere di Bollate che nel catalogo di Cascina Bollate non c’erano rose rosse, tanto meno le Baccarat. Alla fine una soluzione ragionevole e apprezzata è arrivata da una rosa cinese, la Rosa chinensis ‘Mutabilis’. Adesso va per la maggiore, dentro e fuori dal carcere.
Deve il suo nome alla mutevolezza del colore che va dal rosa pastello, quando è in bocciolo, al rosso pieno fino all’arancione, quando appassisce. La sua origine – le zone sub tropicali della Cina – le ha dato il dono della rifiorenza: talmente vigorosa che é inutile darsi la pena di tagliare il fiore appassito perché in pochi giorni viene sostituito da un nuovo getto carico di boccioli. Portata in Francia (che si contende con l’Inghilterra il titolo di patria dei collezionisti di rose antiche) da un cacciatore di piante più di 200 anni orsono, in piena rivoluzione francese, ha lentamente colonizzato i giardini grazie alla sua affidabilità, alla facilità di coltivazione e all’aspetto insolito dei suoi fiori, mutevoli nel colore e leggeri come farfalle.
A proposito, è anche quasi sempreverde.
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