Quello che passa il convento, o in linguaggio carcerario, quello che passa la casanza: in carcere si mangia male, un po’ come negli ospedali e in ogni istituzione. E così i detenuti, in previsione di un forzoso soggiorno nelle patrie galere, si attrezzano con fornelli e forni di fortuna e si improvvisano cuochi. Quelli che ci prendono gusto cominciano la caccia all’ingrediente fondamentale per la buona riuscita di una ricetta, tra questi c’è lo zenzero…

In carcere si mangia male, un po’ come negli ospedali e in ogni istituzione. E così i detenuti, in previsione di un forzoso soggiorno nelle patrie galere, si attrezzano con fornelli e forni di fortuna e si improvvisano cuochi. Quelli che ci prendono gusto cominciano la caccia all’ingrediente fondamentale per la buona riuscita di una ricetta, tra questi c’è lo zenzero.

Zenzero: provenienza e proprietà

Nel medio evo lo zenzero era molto prezioso. Mezzo chilo costava più o meno quanto un gregge di pecore. E il suo prezzo lievitava man mano che passava di mano. Dall’India, percorreva le strade di Iran, Iraq e arrivava in Egitto. E poi, attraverso il deserto, carovane di cammelli lo portavano fino a Timbouctou e da lì veniva smistato dai mercanti arabi verso l’Europa. 

Più prosaicamente, nel 13° secolo, Enrico VI d’Inghilterra diede ordine di includerlo in ogni pozione destinata a combattere la peste. Fino ad arrivare all’epoca del proibizionismo quando una bibita a base di zenzero, il Ginger ale, fece fortuna in America. Qui lo zenzero andava a ruba perché si era sparsa la voce di un suo sicuro effetto afrodisiaco, tanto che ancora nel 1800 si favoleggiava di quanto fosse utile al talamo strofinare le mani nella polvere di zenzero. 

Lo zenzero di Cascina Bollate

In carcere si mangia male, come abbiamo detto sopra, e così i detenuti preparano lasagne con la pasta fresca, torte squisite e cous – cous degni della migliore cucina nordafricana: entrati macho – men, escono massaie. Quelli che ci prendono gusto cominciano la caccia all’ingrediente fondamentale per la buona riuscita di una ricetta.

In vivaio, i vasetti di menta sono un best – seller per i litri di tè alla menta che si consumano in carcere e così il basilico a foglia grande e quello ligure. Coltiviamo anche lo zenzero, che comincia ad avere una sua popolarità.

Come si coltiva lo zenzero

Operazione facilissima:

  • Comprate i rizomi in qualsiasi negozio di prodotti orientali
  • Metteteli in un vaso senza troppo coprirli di terra e aspettate che vegetino
  • Man mano che la pianta cresce, il rizoma (che è la parte utilizzata in cucina) ingrandisce, viene diviso e dà luogo ad altre piante di zenzero.

Più difficile è fare in modo che lo zenzero se la cavi in inverno.

Infatti Zingiber officinale, questo è il nome botanico, è originario delle zone tropicali e subtropicali dell’Asia. Appartiene alla stessa famiglia di cardamomo, curcuma e di numerose altre spezie che, non a caso, sono tipiche della cucina orientale. Improbabile che riesca a fiorire nei nostri climi e impossibile quindi riprodurlo da seme. Bisogna accontentarsi delle foglie, lunghe, lanceolate e verdissime. 

 

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